Il 4° posto ottenuto sabato 24 maggio nel Trofeo Loro Piana dello Csio di Roma in Piazza di Siena in sella a Earl Grey Z è solo la ciliegina su una torta che per Davide Vitale è risultata particolarmente gustosa fin dal primo boccone.
Nato il 28 luglio 2005, e dunque non ancora ventenne, il giovane cavaliere piemontese ha stabilito a Roma tre primati personali: l’esordio in Csio, l’esordio in Piazza di Siena, l’essere il più giovane concorrente tra tutti i partecipanti alla novantaduesima edizione dell’internazionale romano.
Il tutto impreziosito dal fatto che le sue prestazioni in sella a Lester e a Earl Grey Z sono state estremamente positive lungo tutto l’arco del concorso: per l’appunto una… torta molto saporita, al di là di quella quarta posizione ottenuta nella seconda gara più importante dell’evento dietro a tre cavalieri del calibro del brasiliano Stephan de Freitas Barcha, dello statunitense McLain Ward e dell’irlandese Cian O’Connor, gente che ha partecipato a campionati internazionali e a Coppe delle Nazioni ben prima che Davide venisse al mondo…
«Non lo so… forse non ho ancora realizzato compiutamente quello che ho vissuto nei giorni di Roma!».
Diciamo che quello che ha vissuto in Piazza di Siena è stato un concorso eccellente dal primo all’ultimo giorno!
«Sì, sono ovviamente molto felice, è stata una tappa molto importante per la mia carriera e per la mia crescita. Tutti e due i miei cavalli, Lester e Earl Grey Z, hanno saltato benissimo: questo mi rende felice più di quanto facciano i risultati in termini di piazzamento in classifica».
Ci parli appunto dei suoi due cavalli…
«Earl Grey è arrivato nella mia scuderia più o meno un anno e mezzo fa. Era di proprietà di una ragazza che lo aveva acquistato per fare le gare da 1.20, 1.30… proprio le gare che Earl Grey aveva saltato in tutta la sua vita, mai niente di più. Solo che lei non riusciva a montarlo, anche perché lui è un cavallo complesso, impegnativo, sgroppa, ha un salto molto macchinoso e lei proprio non riusciva a stargli fisicamente in sella… Così l’ha passato a me e io poco dopo l’ho acquistato: il Campionato d’Italia young rider che abbiamo vinto lo scorso anno è stata la prima gara in cui lui ha saltato quelle dimensioni, i primi percorsi da 1.50 della sua vita terminandone quattro a zero penalità su un totale di cinque».
Quindi quella vittoria è stata per lei una sorpresa?
«Abbastanza, direi, sì… Anche perché fino all’ultimo momento sono stato indeciso tra montare Earl Grey o Lester: però poi ho sentito Earl Grey talmente in forma che ho scelto lui, anche per metterci alla prova insieme su gare di quella difficoltà. Come ho detto, lui percorsi di quella entità non li aveva mai affrontati prima nella sua vita… ».
Invece Lester?
«Lui è con me da circa tre anni. L’ho acquistato in Olanda. Era in una scuderia con tantissimi cavalli e credo che l’abbiano venduto senza troppi problemi perché è un cavallo dalla gestione difficilissima in scuderia… è strano, particolare, morde, non si fa maneggiare… è davvero difficile. Però ha un grandissimo potenziale: è lui che mi ha fatto fare l’ultimo anno da juniores, il Campionato d’Europa di Gorla, le prime gare da 1.45, i primi Gran Premi a tre stelle».
Dunque Lester per l’inizio delle prime gare importanti: ma l’inizio… iniziale come è avvenuto?
«Grazie ai miei genitori (Francesca Sola e Oliver Vitale, n.d.r.) che montavano entrambi a cavallo, loro hanno costruito la scuderia in cui siamo adesso a Biella. Io ho cominciato a montare i pony ma in realtà fino ai 14 anni ho fatto gare molto piccole: non ho fatto la carriera children, sono partito subito da quella juniores partecipando a due Campionati d’Europa e poi l’anno scorso ho vinto il Campionato d’Italia young rider».
Quindi i suoi tecnici di riferimento sono i suoi genitori?
«No, adesso è Riccardo Pisani: a volte vado io da lui, a volte viene lui da me, e poi ci troviamo insieme in concorso».
Ma lei adesso si dedica esclusivamente all’equitazione oppure sta portando avanti anche lo studio?
«No, mi dedico solo ai cavalli. Lo scorso anno ho terminato il liceo sportivo e adesso la mia attività è quella della mia scuderia. Ho una decina di cavalli in lavoro più qualche puledro che arriverà, e quindi non ho molto tempo per fare altro».
Un bell’impegno in effetti, calcolando poi anche le trasferte per i concorsi…
«Sì, esatto. Ma sono aiutato tantissimo da mia mamma e da mio papà. Prima facevano tutto loro, poi quando sono nato io hanno smesso di montare per via dei loro impegni professionali extra equitazione. Diciamo che è ripartito tutto con me, ma sia mia mamma sia mio papà mi aiutano tantissimo. Un aiuto fondamentale. Una bellissima situazione: sono molto felice per tutto questo».
La sua prospettiva principale per l’immediato futuro quindi è lo sport?
«Sì, per adesso sì. Il mio obiettivo è quello di dedicarmi all’agonismo cercando di migliorare sempre di più. Vorrei finire nel modo migliore possibile la mia carriera young rider e poi pensare di avere dei cavalli pronti per affrontare abbastanza bene le gare seniores. Questo è il mio obiettivo».
Sì, ma stando a quello che si è visto in Piazza di Siena al mondo seniores si può dire che lei sia già arrivato!
«Beh, insomma… diciamo che mi ci sto affacciando, ecco!».